La Shoah dell’Arte, ideato da ECAD in collaborazione con laGalleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, ha ottenuto la medaglia del Presidente della Repubblica, il patrocinio del Parlamento Europeo e i patrocini di MiBACT, UCEI, AICI e SIAE. Il progetto ha visto ogni anno la partecipazione di più di 30 musei e 30 teatri su tutto il territorio nazionale.
Con la tavola rotonda Architetture della Shoah, la quarta edizione vuole focalizzarsi sullo spazio urbano e sulle architetture della Shoah intese come teoria dello spazio e delle architetture del pensiero.
Il fascismo e, più tardi, il nazismo sono stati contrassegnati dalla ricerca di uno spazio inteso come spazio di espansione in senso imperialista. All’interno di questi spazi, che condussero alle varie guerre prima e dopo la II Guerra Mondiale, c’è lo spazio della città. Lo spazio urbano ha visto sorgere delle imponenti strutture architettoniche in progetti di ristrutturazione urbanistica mentre si andava edificando lo spazio simbolo del secolo breve: il lager nazista.
Il ruolo degli architetti fu infatti molto importante, basti pensare ad Albert Speer e alla sua influenza su Hitler, oppure a Lodovico Barbiano di Belgiojoso, che finì recluso a Mathausen, nel lager di Gusen in Austria, di cui lasciò le memorie nel libro Notte, Nebbia. Racconto di Gusen.